Bellotto torna in panchina:”Ho sempre sperato in un’altra chance alla Salernitana”

Bellotto torna in panchina:”Ho sempre sperato in un’altra chance alla Salernitana”

“Quando senti qualcosa che ti batte dentro, magari mentre passi vicino ad un campo di calcio mentre si sta disputando una partita, vuol dire che puoi dare ancora qualcosa a questo sport. E’ un pò come il richiamo del primo amore, che non si scorda mai”. E’ Gianfranco Bellotto, 70 anni, padovano di Camposampiero, ad esprimersi così

Quando senti qualcosa che ti batte dentro, magari mentre passi vicino ad un campo di calcio mentre si sta disputando una partita, vuol dire che puoi dare ancora qualcosa a questo sport. E’ un pò come il richiamo del primo amore, che non si scorda mai”. E’ Gianfranco Bellotto, 70 anni, padovano di Camposampiero, ad esprimersi così ai nostri microfoni, fresco di firma con il Treviso, relegato nel campionato di Promozione Veneta. Un ritorno nel calcio, a distanza di sei anni dall’ultima esperienza da allenatore con il Ragusa, e un’operazione nostalgia per i trevigiani che ora sperano di risalire la china, dopo le emozioni vissute con Mister Bellotto, in Serie B, nel periodo tra il 1997 e il 2000.

Da calciatore ha indossato, tra A e B, le maglie di squadre importanti come Sampdoria, Ascoli e Modena, mentre da allenatore ha guidato anche la Salernitana, subentrando nel mese di gennaio 2007 a Raffaele Novelli e del ds Coscia. Era la squadra del portiere Mancini, della coppia d’attacco Ferraro-Magliocco, di giocatori importanti per quella Serie C come Sestu e Soligo.

Mister, cosa ricorda di quell’esperienza, anche se breve, a Salerno?

Sento sempre l’entusiasmo verso questa piazza e questa maglia, verso la città. Anche dopo aver finito il campionato ho sentito il desiderio di ringraziare tutti perchè a Salerno sono stato bene e ho avuto un bel rapporto con i tifosi, nonostante un campionato non all’altezza delle aspettative”.

Nella carriera ho avuto la possibilità di allenare in Serie A…

Si, presi il posto di Malesani sulla panchina del Modena. Fu una bellissima esperienza, anche se la stagione terminò purtroppo con la retrocessione”.

Ora riparte dalla Promozione Veneta sulla panchina del Treviso, un ritorno al passato. Quali sono i motivi di questa scelta?

C’è anche un lato affettivo nella mia scelta, ricordo che allora con il Treviso sfiorammo la serie A per quattro/cinque punti. Nella mia decisione c’è anche la voglia di rivalsa legato a quei ricordi e il desiderio di provare a portare questa società nelle categorie che le competono. Dopo aver fatto la Serie A, ora la squadra si ritrova a giocare in promozione, ma a mio avviso può ambire a qualcosa di ben più importante. La società sta programmando bene, ha un’idea di progetto e, nel mio piccolo, porterò la mia esperienza per provare a vincere qualcosa. Poi, lo sappiamo, vincere non è mai facile perchè anche nelle categorie inferiori ci sono tantissimi bravi giocatori che proveranno a mettere in difficoltà una squadra blasonata come il Treviso”.

Mister, infine, un ultimo pensiero per Salerno e la Salernitana.

Salerno mi è rimasta nel cuore, sia come allenatore e come persona. Ho sempre sperato in una nuova chiamata dalla Salernitana. Adesso ho qualche anno in più e ho riposto tutte speranze in un cassetto. Quando si esce dal calcio che conta finisci nel dimenticatoio. Invece ora ritornando nelle categorie inferiori mi avete ricordato delle cose bellissime che mi danno grande soddisfazione”.

Foto Trivenetogoal.it

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