L’andirivieni di emozioni del Tombolato ha prodotto un esito pirotecnico per un match che non ha, però, arriso ai colori di una Salernitana uscita sconfitta dal campo per la quinta volta nelle ultime cinque trasferte giocate. Un dato incontrovertibile e sintomatico di una crisi sotto gli occhi di tutti. Il match è sì finito 4-3,
L’andirivieni di emozioni del Tombolato ha prodotto un esito pirotecnico per un match che non ha, però, arriso ai colori di una Salernitana uscita sconfitta dal campo per la quinta volta nelle ultime cinque trasferte giocate. Un dato incontrovertibile e sintomatico di una crisi sotto gli occhi di tutti. Il match è sì finito 4-3, ma il merito della sconfitta meno larga va ascritto ai calciatori che non hanno gettato la spugna anzitempo così come ha apparentemente fatto mister Ventura, in panchina per tutto il corso della ripresa e uscito anzitempo dal rettangolo di gioco, con ostilità ancora in atto.
Il Cittadella ha offerto una prova sfavillante per buona parte della durata dell’incontro, evidenziando organizzazione tattica invidiabile, capacità atletiche notevoli e doti tecniche pregevoli. Il calcio è strano perché, nonostante un avvio gara obbrobrioso, la Salernitana ha trovato il vantaggio in maniera inaspettata sfruttando l’unica opzione possibile con i calciatori a propria disposizione e così schierati in campo: il cross per pescare Djuric di testa. Il gigante bosniaco ha realizzato una rete pregevole, avvalendosi della specialità della casa, ma è stato un fuoco di paglia perché il Cittadella, bravo a non mutare il proprio atteggiamento, ha riorganizzato la reazione, realizzando tre reti prima della conclusione della prima frazione di gioco. Gli uomini di Venturato hanno messo a nudo le nefandezze difensive di una Salernitana troppo brutta per essere vera dalla cintola in giù: Diaw ha battuto Micai nonostante fosse accerchiato da tre calciatori avversari, Benedetti ha pescato il jolly dalla distanza totalmente indisturbato e ancora Diaw ha sfruttato la dormita di Karo per uccellare Micai sotto le gambe.
La ripresa si è sviluppata sulla falsariga della prima frazione di gioco, con la Salernitana inerme sotto i colpi del Cittadella, bravo a trovare il poker con D’Urso. Quando il match ormai sembrava essersi incanalato sul punteggio di 4-1, la Salernitana, a schemi totalmente saltati, ha profuso un disperato tentativo di forcing offensivo, trascinata da Lombardi, autore dell’assist per Giannetti e abile nel guadagnarsi il penalty trasformato con freddezza da Kiyine. Addirittura, i granata sono andati ad un passo dal 4-3, ma Giannetti ha riesumato i fantasmi del Chianese di Salernitana – Bari, ciccando clamorosamente la battuta a tu per tu con Paleari, senza alcuna forma di ostruzione. Sarebbe stata onestamente troppa grazia per una Salernitana, la cui crisi è stata sancita oggi con tutti i crismi dell’ufficialità: sei punti nelle ultime nove gare giocate, uno nelle ultime quattro, una sola vittoria da ottobre a questo punto.
La squadra non è stata capace di mantenere il vantaggio acquisito, facendosi rimontare per l’ennesima volta: la stessa trama si era verificata contro Perugia, Frosinone e Ascoli. La delusione per la seconda parte del girone d’andata è tastabile ed esprimibile attraverso alcune osservazioni:
- basta un pressing ragionato e coordinato per mettere in ambasce lo sterile tiki-taka arretrato propinato da una Salernitana monocorde e prevedibile;
- i granata sono attendisti in fase di non possesso e concedono metri agli avversari di turno, abbassando in maniera indiscriminata il baricentro;
- Di Tacchio è la controfigura del calciatore che conosciamo: incapace di dettare i tempi della manovra, è risultato falloso a dismisura;
- il ruolo di esterno sinistro di centrocampo è ancora sprovvisto del suo padrone effettivo
Ventura sembra aver smarrito la bussola del gruppo: tant’è vero che, sulla falsariga di quanto già visto, ad esempio, con Bollini sulla panchina granata, la formazione granata ha espresso le cose migliori a frittata apparentemente bella e fatta, facendo leva sul calciatore maggiormente in forma nell’ultimo periodo (Lombardi).
Al netto di tutte le elucubrazioni effettuate, la Salernitana ha l’imperativo categorico di ritrovare la via smarrita. I granata stanno pericolosamente avvicinandosi ai bassifondi della graduatoria e urge un’inversione di tendenza, specie in vista del mercato di gennaio, onde evitare l’ennesimo campionato deprimente e contraddistinto da patemi d’animo.