La Salernitana persevera nella sua incapacità di portare a casa l’intera posta in palio quando si porta in vantaggio fra le mura amiche. Per la terza volta nel corso di questo girone di andata, i granata si sono portati avanti e poi si sono fatti riprendere nella seconda parte di un incontro giocato all’Arechi. Tutto
La Salernitana persevera nella sua incapacità di portare a casa l’intera posta in palio quando si porta in vantaggio fra le mura amiche. Per la terza volta nel corso di questo girone di andata, i granata si sono portati avanti e poi si sono fatti riprendere nella seconda parte di un incontro giocato all’Arechi. Tutto ciò è sintomatico di fragilità psicologica mista a sfortuna. La squadra ha sì in maniera inspiegabile abbassato il proprio baricentro a beneficio di una compagine ospite trasformatasi dopo l’ingresso di Ardemagni, ma i granata hanno dovuto subire l’ennesimo evidente torto arbitrale. Sul punteggio di 1-0, infatti, Gondo ha ribadito in rete una corta respinta di Leali su tiro di Lopez, ma l’arbitro ha annullato per fuorigioco (inesistente) segnalato dall’assistente. Si è trattato dell’episodio chiave del match perché dal sacrosanto 2-0 per i locali ci si è ritrovati, nel giro di soli quattro giri di lancette dell’orologio, sul punteggio di 1-1.
I granata hanno giocato un match double face, risultando positivi per atteggiamento nel corso della prima frazione di gioco e poco incisivi nella ripresa quando hanno inesorabilmente concesso metri e pallino del gioco ad un Ascoli che avrebbe anche meritato il successo finale ai punti, se si fosse trattato di un incontro di boxe. I primi 45’ di gioco hanno evidenziato una Salernitana prevalentemente pericolosa per via delle sgroppate dello stantuffo Lombardi, autore di una prestazione a tratti sfavillante e coronata da un gol di pregevole fattura, confezionata mediante un fendente mancino sul quale Leali nulla ha potuto. Nella ripresa, al netto dell’episodio del gol annullato a Gondo, la compagine allenata da Ventura è stata inerme nei riguardi di un Ascoli che avrebbe trovato la via della rete in altri frangenti se Micai, il migliore in campo per distacco, non avesse effettuato interventi prodigiosi a iosa, anche su conclusioni a botta sicura.
L’ironia della sorte ha voluto, infine, che, però, nonostante un secondo tempo in ombra, la Salernitana abbia avuto la più grossa chance per vincere la gara, ma Leali ha negato a Djuric la gioia per una rete che, ad onore del vero, sarebbe stata davvero troppa grazia per una Salernitana troppo incostante per meritare di portare a casa l’intera posta in palio.
Ancora una volta gli attaccanti sono rimasti a secco (sei gol per l’intero reparto offensivo sono un bottino troppo esiguo a fine novembre) e gli uomini maggiormente dotati da un punto di vista tecnico hanno steccato la gara: Kiyine è parso abulico, evanescente ed inconcludente nel ruolo di mezzala sinistra, cincischiando con il pallone fra i piedi senza riuscire ad essere concreto; Jallow ha rivelato ancora doti da solista più che da interprete del gioco offensivo in grado di dialogare coi compagni di reparto.
Ventura ha probabilmente aspettato un po’ troppo per effettuare i cambi, subendo le mosse offensive predisposte da Zanetti, bravo nel cambiare volto alla sua compagine rendendola a trazione anteriore, avvalendosi delle qualità importanti di diversi interpreti dalla cintola in su. La gara si è conclusa fra i fischi dei pochi tifosi presenti sugli spalti di un Arechi desolatamente semivuoto.
La classifica assesta la Salernitana nella pancia della graduatoria ed apre a tanti interrogativi sul futuro della compagine campana: urge un’inversione di tendenza nel mese di dicembre per riuscire nel doppio intento di riportare la gente allo stadio e di scalare posizioni della classifica. Difficile pensare che ciò possa verificarsi alla luce delle recenti prestazioni: l’auspicio è che Ventura, da grande esperto di calcio quale è, sappia tirare il proverbiale coniglio dal cilindro, cavando fuori dai calciatori a sua disposizione più di quanto questi ultimi hanno nelle loro corde.