Corsi e ricorsi storici. La Salernitana ha sbancato nuovamente il Penzo di Venezia, come 23 anni fa: allora i granata di Delio Rossi si imposero per 0-3 in casa dei lagunari, stavolta la formazione allenata da Castori ha avuto la meglio sui veneti per 1-2. Oggi come allora una doppietta ha permesso alla Salernitana di
Corsi e ricorsi storici. La Salernitana ha sbancato nuovamente il Penzo di Venezia, come 23 anni fa: allora i granata di Delio Rossi si imposero per 0-3 in casa dei lagunari, stavolta la formazione allenata da Castori ha avuto la meglio sui veneti per 1-2. Oggi come allora una doppietta ha permesso alla Salernitana di portare a casa l’intera posta in palio: Andrè Anderson è stato artigliere di soprannome e di fatto, tramutando con cinismo due occasioni da gol nelle quali è riuscito ad evidenziare le sue doti. Il brasiliano dapprima ha uccellato Lezzerini con un tiro di prima intenzione che si è insaccato a fil di palo e poi ha effettuato il più classico dei tap-in sottomisura, ribadendo in rete la sfera dopo il palo colto da Tutino.
La Salernitana ha vinto il match incarnando a pieno il modus operandi di Castori, fautore di una compagine arcigna in difesa, compatta a centrocampo e mortifera in attacco. Il Venezia non ha giocato affatto una gara insufficiente: i lagunari hanno espresso una discreta mole di gioco, mantenendo il pallino del gioco in mano per larghi tratti della sfida. La rete messa a segno da Crnigoj, con la complicità di Aya, ha aggiunto pepe al finale del match, portato in salvo dalla Salernitana.
Belec è stato incolpevole in occasione della rete incassata e si è fatto apprezzare per la capacità di guidare egregiamente tutto il reparto difensivo, fornendo sicurezza con uscite ed interventi non scenografici ma redditizi. Aya e Gyomber sono stati granitici ed essenziali nelle giocate, mentre Mantovani ha commesso talvolta qualche errore.
Sulle ali, Casasola si è fatto apprezzare per l’azione attraverso cui ha permesso ad Anderson di siglare la prima rete, così come Lopez, senza fare cose trascendentali, ha svolto diligentemente il compitino. I centrocampisti hanno evidenziato ottime qualità nel fare da frangiflutti dinanzi alla difesa: un plauso a capitan Di Tacchio per aver saputo gestire una gara intera con la spada di Damocle del cartellino giallo rimediato durante il primo minuto di gioco.
In attacco, Tutino si è esaltato nel gioco in profondità che ha contraddistinto la gara, mentre Djuric ha meritato la palma di migliore in campo: il gigante di Tuzla ha vinto ogni duello aereo, fungendo da centravanti di manovra a tutto tondo.
La Salernitana ha ritrovato, dunque, il successo esterno dopo il blitz di Cosenza, alimentando il primato in classifica, con media addirittura superiore ai due punti a partita: 31 punti dopo 15 gare giocate rappresentano un bottino davvero ragguardevole per la truppa di Castori e certificano il cammino sfavillante finora condotto. La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare…