Cocente e meritato KO per la Salernitana contro il Torino. I granata campani sono caduti sotto i colpi dei granata piemontesi, padroni incontrastati dell’incontro per la quasi totale interezza dello stesso. Gli ospiti hanno spaventato i locali solo con il quasi “gollonzo” propiziato da Bonazzoli in pressing su Milinkovic e col palo scheggiato di testa
Cocente e meritato KO per la Salernitana contro il Torino. I granata campani sono caduti sotto i colpi dei granata piemontesi, padroni incontrastati dell’incontro per la quasi totale interezza dello stesso. Gli ospiti hanno spaventato i locali solo con il quasi “gollonzo” propiziato da Bonazzoli in pressing su Milinkovic e col palo scheggiato di testa da Di Tacchio sugli sviluppi di calcio piazzato. Davvero troppo poco per sperare di uscire indenne da una trasferta già difficile di suo e che ha assunto i contorni della Caporetto per via delle marcature incassate nel finale.
Il Torino, pur senza due attaccanti di grido come Belotti e Zaza, ha fatto un sol boccone dell’inadeguata (almeno negli atteggiamenti, ma forse anche negli uomini) Salernitana di Castori, giocando quasi al gatto col topo e riuscendo, senza neppure spingere troppo il piede sull’acceleratore, a creare occasioni da rete a iosa, il più delle volte tramutatesi in rete.
Le prime due marcature del mortificante 4-0 incassato sono state pressoché in fotocopia: Ansaldi ha confezionato due cross a rientrare, Belec in entrambe le circostante è rimasto di sale inchiodato sulla linea di porta, Sanabria prima e Bremer poi hanno inzuccato inesorabilmente. Nel finale, Pobega e Lukic hanno arrotondato il punteggio infierendo su una squadra già derelitta (almeno nelle statistiche) dopo soli 270’ di gioco: undici reti incassate, solo due messe a referto ed in maniera estemporanea, ultimo posto nella classifica del possesso palla e dei tiri verso la porta avversaria, primo in quello dei tiri subiti verso la propria. A questo, va aggiunto l’atteggiamento rinunciatario proposto per larghi tratti della sfida, dovuto principalmente alla pochezza tecnica della mediana predisposta da Castori. Sarà stato un caso, ma Ribery, esordio amaro per lui, a mezzo servizio ha quantomeno permesso di far girare meglio la sfera ed il francese ha propiziato qualche trama di gioco degna di tal nome.
L’inizio campionato è stato da dimenticare sotto tutti i punti di vista: a Bologna è stato gettato alle ortiche un successo insperato, contro la Roma e contro il Torino praticamente non c’è stata partita. Urge immediatamente un’inversione di tendenza, corroborata magari anche da due inserimenti provenienti dal mercato degli svincolati: Viola e Viviani servirebbero come il pane a questa squadra. Non ce ne voglia Castori (al quale tributiamo stima, affetto e riconoscenza per il magistrale lavoro condotto lo scorso anno), ma pensare di non avvalersi di centrocampisti demandati alla costruzione del gioco in serie A è anacronistico e da masochisti. Finora, i suoi ragazzi sono stati surclassati in maniera inoppugnabile e ritenere di poter portare punti a casa mediante la sistematica ricerca del lancio lungo è a dir poco pretenzioso nonché stucchevole, a meno di avere una difesa granitica: invece, il reparto arretrato fa acqua da tutte le parti ed i vari interpreti o patiscono il dislivello tecnico con i calciatori avversari o commettono errori a iosa che condizionano inevitabilmente lo svolgimento degli incontri.
Macte animo, Salernitana: sii come i tuoi splendidi tifosi.