C’era una volta a Salerno…

C’era una volta a Salerno…

C’era una volta una squadra che, partita senza i favori del pronostico, centró una insperata promozione in serie A e rischió finanche di non essere ammessa a partecipare al torneo di massima serie. Poi la classica proroga all’italiana le permise di iniziare a partecipare con termine perentorio di cessione procrastinato fino al 31 dicembre. Pur

C’era una volta una squadra che, partita senza i favori del pronostico, centró una insperata promozione in serie A e rischió finanche di non essere ammessa a partecipare al torneo di massima serie. Poi la classica proroga all’italiana le permise di iniziare a partecipare con termine perentorio di cessione procrastinato fino al 31 dicembre.

Pur consapevole dei propri limiti, sfioró il colpaccio all’esordio, salvo poi farsi inesorabilmente rimontare.

Nonostasse si impegnasse allo strenuo, non riusciva a carburare ed inanellava sconfitte su sconfitte (salvo rare eccezioni).

Fu sul punto di essere estromessa anzitempo dal campionato: un re Mida 2.0 la salvó dal baratro e ne affidó le redini a due condottieri coraggiosi e lungimiranti.

Dopo essere stata rivoltata come un calzino nel mercato di gennaio, per poco Milan non la aiutó a battere il Milan (futuro campione d’Italia).

Il rodaggio proseguì, non senza intoppi: le vittorie latitavano e, anche quando sembravano sul punto di arrivare, sfumavano sul più bello.

Praticamente spacciata ed a -12 dalla zona salvezza, risorse il giorno del Sabato Santo guidata dal suo Comandante e da uno che “Bello Bello” disse “ci penso io, stai tranquillo”.

Poi mise a dura prova le coronarie dei suoi tifosi vincendo prima all’ultimo secondo (ma “se fai come Simone non puoi certo sbagliare”) e poi suonando la Viola grazie al “pistolero”.

Sfioró il colpaccio dove un tempo giá avrebbe potuto scrivere la storia e dopo tornó a vincere, salvo poi sacrificare il primo match ball salvezza in extremis sull’Altare.

Decise di sprecare nuovamente l’occasione della vita, con un rigore sbagliato: “ma non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”.

Arrivó al dentro o fuori e lo steccó miseramente, ma ciononostante nel giorno di Santa Rita la storia impossibile di quella squadra chiamata Salernitana divenne realtá.

Ricordati di me.

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