Circa dieci giorni prima dell’inizio del campionato, tra tante polemiche, approdò a Salerno Leonardo Menichini: uomo determinato e della forte convinzione nei propri mezzi. I campionati trionfali, come spesso accaduto nella storia della Salernitana, non sono quasi mai partiti con il verso giusto: Mario Somma, l’iniziale allenatore scelto per condurre la Salernitana, fu esonerato ancor
Circa dieci giorni prima dell’inizio del campionato, tra tante polemiche, approdò a Salerno Leonardo Menichini: uomo determinato e della forte convinzione nei propri mezzi. I campionati trionfali, come spesso accaduto nella storia della Salernitana, non sono quasi mai partiti con il verso giusto: Mario Somma, l’iniziale allenatore scelto per condurre la Salernitana, fu esonerato ancor prima di iniziare la stagione per alcune divergenze con il direttore sportivo Fabiani.
Menichini ha scritto pagine importanti della storia recente della Salernitana, contribuendo alla vittoria del campionato e alla salvezza nel campionato successivo. La prima partita della stagione, davanti a circa 9000 spettatori, terminò con uno scialbo pareggio contro il Cosenza e con la convinzione che dal mercato dovesse arrivare ancora qualche pedina di spessore. Gli ultimi giorni di trattative si rivelarono fondamentali per la vittoria del campionato: dal mercato arrivarono Negro e Favasuli, calciatori di assoluto valore per la categoria e determinanti per la vittoria finale del campionato. Giornata dopo giornata, la squadra iniziò a prendere forma e identità di gioco. Il credo tattico del trainer di Ponsacco fu evidente sin dalle prime partite: priorità ad una accurata fase difensiva e poi in contropiede, con un tridente di tutto rispetto, spazio a qualità e fantasia individuale. All’epoca nessuna squadra poteva vantare il lusso di tenere in panchina ogni domenica uno tra Negro, Gabionetta e …. Nalini!
Partito in sordina e come scommessa personale del co-patron Mezzaroma, l’esterno veronese con il passare delle giornate si prese il posto da titolare a suon di dribbling e sgroppate sulla fascia destra. Quella di Andrea Nalini è sempre una storia bellissima da ricordare: fino a qualche anno fa, mentre militava tra i dilettanti, l’esterno veronese lavorava in fabbrica alternando pesanti turni di lavoro ad allenamenti serali. Il suo primo gol tra professionisti arrivò nella difficile trasferta di Ischia; inoltre, qualche settimana dopo, si tolse anche la soddisfazione di sbloccare con un preciso colpo di testa il sentitissimo derby interno contro il Savoia.
A rendere complicato il campionato della Salernitana, fino alla terzultima giornata, ci pensò il Benevento guidato dall’ex tecnico granata Fabio Brini. I giallorossi, con il passare delle giornate, si dimostrarono gli unici in grado di tenere testa agli uomini di Menichini: formazioni come Juve Stabia, Lecce, Foggia e Casertana, partite con i favori del pronostico, non seppero mai reggere la continuità di prestazioni delle prime due della classe.
Il girone d’andata si concluse con la storica, brutta e beffarda sconfitta al Pinto di Caserta nel giorno della befana. A tempo scaduto, mentre la gara si stava avviando verso uno sterile e meritato pareggio, l’arbitro concesse un discutibile rigore ai falchetti trasformato da Mancosu. La Salernitana concluse il girone d’andata a pari punti con il Benevento ma con ben tre sconfitte all’attivo: infatti sia il Lecce in casa e sia Barletta e Casertana in trasferta ebbero la meglio dei granata.
In sede di mercato, grazie alle abilità del direttore sportivo Fabiani, arrivò una pedina fondamentale per lo scacchiere tattico di mister Menichini: il dirigente riuscì a strappare all’Empoli a parametro zero il centrocampista Davide Moro. Inoltre, arrivano in granata calciatori di esperienza come Perrulli, Bocchetti e lo sconosciuto Cristea. L’attaccante romeno si prese la scena nella storica e complicata partita di Catanzaro: gol un gol 93′ mise un timbro fondamentale per la promozione.
Il giorno dello scontro diretto tra Benevento e Salernitana rimarrà per sempre nel cuore di tutti i tifosi granata. Per tutta la settimana antecedente il grande evento, come spesso accade a Salerno prima delle gare decisive, in città si parlò solo della partita: i biglietti furono polverizzati e il colpo di scena dei 21.000 spettatori dell’Arechi fece il giro del mondo. A far esplodere di gioia di sostenitori di casa ci pensarono i due “brasiliani granata”: Gabionetta prima e il capocannoniere Calil su rigore poi, regalarono il meritato successo alla Salernitana e il sorpasso in classifica ai danni dei giallorossi.
La festa promozione arrivò inaspettatamente il 25 aprile: con la vittoria per 3 reti a 1 sul Barletta e il contemporaneo pareggio tra Benevento e Messina i granata poterono finalmente festeggiare la tanto sognata promozione in serie B.
Tra i protagonisti della cavalcata promozione ricordiamo calciatori d’esperienza come Piegraziano Gori, Maurizio Lanzaro, Manolo Pestrin e Caetano Calil: la loro leadership all’interno dello spogliatoio fu fondamentale per la vittoria del campionato.